Indietro

Pensieri di una ex-hikikomori

Data: 21/11/2025

hey non scrivo qui veramente da un sacco. accipicchia. non sto prendendo per niente sul serio quest'idea del blog. questo periodo della mia vita è proprio strano. non saprei dire se è il più strano di sempre, penso tutti i periodi della mia vita mi sembrano i più strani di sempre. ieri ho avuto un pensiero particolare e mi sento di volerlo esprimere qui. il pensiero è il seguente: mi sento come se forse stavo meglio quando non uscivo mai di casa. per aggiungere un po' di contesto, per gran parte della mia adolescenza io sono stata abbastanza anti-sociale; facevo fatica a trovare amici, non ho mai imparato a condividere appropriatamente i miei interessi, e in genere tutt'ora quando parlo con le persone mi sento come se ci fosse qualcosa che "mi manca", che gli altri hanno compreso, riguardante la comunicazione sociale, ma che è così tanto al di fuori del mio modo di pensare che non riesco nemmeno ad immaginare cosa sia questa cosa. per un periodo avevo "accettato" che sono semplicemente troppo strana per poter trovare persone che mi possano comprendere, e non mi restava che accettare la solitudine. prima o poi, però, ne sono uscita, e adesso sono abbastanza aperta verso il mondo ed il conoscere nuove persone, ma adesso che ho modo di rimuginarci su, sto avendo il dubbio sul perché ho deciso di aprirmi e se questa è stata la scelta giusta. non mi sento di parlare di questo con nessuno, perché so che chiunque mi risponderebbe in maniera banale. "eh, certo che hai fatto bene ad uscire, mica puoi vivere da sola tutta la tua vita?" eppure in questa risposta sento una sorta di giudizio, come se fosse implicito che ci sia un modo "giusto" e un modo "sbagliato" di vivere se stessi, e uscire di casa sia semplicemente la cosa "normale" da fare. però io penso che se c'è un "normale" io di certo non ci rientrerei, e non lo dico nemmeno per cattiveria nei miei confronti, sia chiaro; è un dato di fatto. non credo in un valore intrinseco nella normalità, ma se proprio dobbiamo definire il normale come ciò che si allinea con gli stili di vita più diffusi, allora non posso essere normale in nessun senso della parola: vivo la mia vita guardando film, sono transessuale, ho interessi estremamente specifici e, come già stabilito sopra, faccio estrema fatica a legare con gli altri. detto ciò, il mio pensiero cade sempre su un'idea un po' funesta (mi piace tanto questa parola) che magari uscire dalla mia bolla è stato qualcosa che ho fatto perché mi è stato insegnato essere una cosa necessaria e di cui non si può fare a meno, e magari non era la scelta giusta per me. certo, aprirmi è stato buono per certi versi, ma non riesco a superare l'idea che forse il mio modo di essere naturale è anti-sociale e nulla può cambiare questo fatto. la verità è che essere soli è comodo, perché nessuno ci conosce quanto noi conosciamo noi stessi, ed è difficile accettare l'idea di essere incompresi, soprattutto quando ci si sente di essere incompresi da tutti, in ogni ambiente. forse sono soltanto gli ormoni che parlano, e sto semplicemente rivivendo l'adolescenza in tutto e per tutto, chissa. mi sentivo di condividere questo pensiero qui, magari lo rileggerò e ne uscirà qualcosa di produttivo un giorno.